Amighetto Amighetti (Genova 1902 - 1930)

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Dati biografici sull'artista

Questo giovanissimo pittore, nato a Genova nel 1902, studiò disegno e non pittura, all'Accademia Ligustica, terminando i corsi col prof. Agrifoglio. Egli mi apparve, prima che in persona, nella smagrita effigie di un autoritratto del 1926, cupo e romantico. Con la testa allungata, i capelli spioventi. le occhiaie fonde, il giovinetto si dà un'aria di scrutatore che fa sorridere. Ma alla pittura accurata e precisa, la composizione ordinata, e pienamente consapevole del proprio effetto con l'accorta distribuzione dei suoi neri, mostrano che realmente quel ragazzetto la sa lunga. Fin troppo lunga! Egli è uscito smaliziato dalla scuola; e da questo autoritratto prende le mosse, se non m'inganno, l'affermazione della sua personalità. Un indiscutibile temperamento di pittore vi esordisce con una spavalderia di pennellata, che molti più anziani di lui gli potranno invidiare. Questa bravura continua a svolgersi in una pittura sfaccettata, brillante, con predilezioni impressionistiche per la cruda luce solare. Si diffonde in nature morte, compiacendosi di virtuosità coloristiche e grafiche, efficaci anche come realizzazione di materia. Punte verdi viola di asparagi liguri, vino rosso nel fondo del bicchiere, squame argentee di pesci freschi, o stecchite dorature di aringhe, scintillano sul candore delle tovaglie, danno un buon sentore di cucina casalinga al motivo pittorico.

Ci sarebbe stato, insomma, di che contentarsi; tanto più fra un successo pieno di lusinghe. La Commissione artistica del Comune di Genova aveva gia rilevato il merito del pittore, acquistandone un grande quadro alla Mostra del 1926. Molte lodi, e di critici non indulgenti, egli riscosse quando fece alla Galleria Micheli di Milano nel 1927, una mostra personale. E quest'anno mentre l'onore della mostra personale gli è concesso dalla nostra Società, egli ottiene un'altra ed ambita vittoria con l'ammissione alla Biennale di Venezia.

Ma appunto in questa mostra personale scorgonsi i segni di un coraggioso rinnovamento verso le esigenze più attuali. Senza pervertiti amori con la bruttezza, Amighetti si disciplina austeramente rinunziando ad eleganze formali, mortificando ogni bravura per raggiungere quella severa sintesi pittorica che, sola oggi come sempre, rappresenta l'arte. L'opera in cui meglio si intravvede un domani è "Ragazza Toscana" pittura disadorna e casta, definita e scabra, che racchiude le più promettenti possibilità.