Adolfo De Carolis (Montefiore dell'Aso 1874 - 1928)

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adolfo de carolis

Adolfo De Carolis

Nato il 6 gennaio 1874, in terra Picena, a Montefiore Studiò all'Accademia di Bologna e a quella di Roma. avendo a Maestri Alessandro Morani per la decorazione e Giovanni Costa per il paese. Era il tempo in cui Adolfo De Bosis raccoglieva intorno al "Convitto" D'Annunzio, Scarfoglio, Sartorio Michetti, e il De Carolis fu anch'egli del cenacolo; e data da quegli anni, quando il giovane marchigiano, tutto desideroso d'apprendere, studiava e imitava con adorazione gli antichi, la sua amicizia col poeta abruzzese, del quale doveva poi ornare, in così perfetta armonia di stile, le opere. L'arte del libro, miseramente decaduta in Italia, fioriva allora in Inghilterra, rinnovata da Walter Crane e Morris.

De Carolis ebbe il merito di risuscitare quest'arte anche da noi cominciando coi fregi per la "Francesca da Rimini" non immuni dall'influenza inglese, per affermarsi in seguito decoratore originale e potente nella "Laudi" nella "Fedra" nella "Figlia di Iorio" (dove rimise in onore l'incisione in legno) e nei "Poemi latini " del Pascoli, le cui 60 silografie sono, di quella poesia pascoliana il più bel commento. " Neghi chi vuole — ha scritto Raffaele Calzini — in buona o cattiva fede: la nuova silografia italiana si diparte di là (della " Figlia di Iorio "), e il fiorir di artisti, di riviste, di associazioni di silografi, deve la sua origine al De Carolis ".

Ma la misura più piena del suo talento decorativo, il pittore marchigiano l'ha data poi negli affreschi, che da parecchi anni assorbono tutta la sua attività. Preso dalla febbre della pittura murale, egli ha narrato su una parete dell'Università di Pisa la istoria eroica di Gallileo, ha esaltato nel Palazzo Comunale di Ascoli Piceno la sua terra laboriosa in un fregio pieno di nudità sane e rigogliose che si conclude nel trittico del fondo, e a Bologna nel Palazzo del Podestà, in un salone lungo sessanta metri, con un immenso dipinto di gran robustezza, ha evocato epicamente i miti e la storia bolognese.

De Carolis è un grande ammiratore di Michelangelo, e la immortale Sistina è forse il libro onde tolse non poca parte di quel "bello stile che gli ha fatto onore". Ricordiamo fra le altre opere sue più notevoli I Cavalli del Sole (Galleria Comunale di Ascoli), La Donna alla fontana (premiata con medaglia d'oro all'Esposizione di S. Louis) e La Primavera.

Tratto da: La Galleria Pesaro - Arte Italiana Contemporanea

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